Durante i mesi del lockdown dalle finestre di casa mia, a Milano, riuscivo a vedere distintamente le Prealpi tutti i giorni, anche nelle giornate uggiose e con poco vento. In tanti anni mi era capitato pochissime volte di avere quella vista. La qualità dell’aria nelle nostre città è migliorata sensibilmente quando eravamo tutti reclusi in casa e per strada c’erano solo ambulanze e rider (per lo più immigrati) in bicicletta. Non credo di essere stato il solo a chiedermi: ma è proprio necessario vivere questo incubo, essere reclusi e avere bloccato ogni attività non strettamente essenziale per poter respirare aria pulita nelle nostre città?
Si pensa spesso che la tutela dell’ambiente sia qualcosa di contrapposto alla crescita economica. Si ritiene che la crescita comporti inquinamento, esaurimento di risorse naturali e danni all’ambiente mentre le politiche che pongono al centro la prevenzione dei cambiamenti climatici, il miglioramento della qualità dell’aria e dell’acqua, la tutela del territorio, sono considerate costose in termini di riduzione del tasso di crescita dell’economia mondiale e dei singoli paesi.